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Watch log, day zero. Flying away...

22 Sep 2008

Pensavo di riuscire a preparare tutto con maggior tranquillità.
Ma, a quanto pare, nemmeno la discreta esperienza di viaggio accumulata in questi anni di voli per l'europa è bastata per affrontare il giro del mondo con la serenità che avrei voluto...

Una valigia colma, il portatile sulle ginocchia e fin troppi pensieri sconclusionati accompagnano la partenza, nel terminal affollato di brizzolati businessmen incravattati e signore in tailleur firmato.

Il vortice d'emozioni, altalenante tra l'ansia per l'inglese ed il sollievo per un sogno che si realizza, lascia comunque trasparire quella familiarità che mi fa sentire vivo negli aeroporti più che in qualsiasi luogo del pianeta.

La percezione -particolarmente zen- del presente che si allunga, facendo ignorare ciò che arriverà e dimenticare i lunghi mesi di lavoro preparatorio.
Qui & ora. Null'altro conta.

Mi spiace non esser riuscito a salutare tutti prima di partire, e a parte qualche messaggino mandato dall'aeroporto mi devo affidare a questa pagina per far arrivare un abbraccio anche a chi non l'ha avuto di persona.

Vado, stanno chiamando il volo...


 

Guardati attorno, e guardati soprattutto alle spalle.
Ascolta: c'è sempre qualcuno che ne sa più di te.
Se guardi e ascolti impari, e così procedi nella tua avventura.
Cerca di avere uno scopo, una motivazione forte. Che non può essere il denaro.
Fai una cosa per volta, e quando la fai falla bene.
Quando hai preso una decisione non avere dubbi, portala avanti.
Comincia per gradi e procedi per gradi, spostando sempre più i tuoi limiti.
Il limite è un obiettivo. Non importa quale sia. Ognuno ha il suo. Meglio provare e fallire che rinunciare a provare.
Non aver paura. È la paura che ti mantiene vivo.
Pensa positivo. È la testa che ti fa muovere. E un solo pensiero positivo ti spinge anche quando il corpo non ce la fa più.
Se rispetti la vita la vita ti rispetta. Così la natura: se la rispetti non ti distrugge.